1.1

 


Ti fermi ed armeggi vistosamente con l'auricolare del cell, gridando "Prontoo? Ah, ciao! Come dici? Mi stai aspettando all'ingresso sud? Allora ci siamo capiti male, ok, ti raggiungo subito".
Fai per voltarti completamente indietro, quando una sonora risata femminile ti fa girare di scatto. Mentre eri concentrato sulla tua splendida recitazione non ti sei accorto che l'individuo si era mosso verso di te, ed ora ti è a una decina di metri di distanza.
E' una ragazza, e per niente minacciosa: ti sorride con aria divertita da sotto il berretto e, prima che tu possa risintonizzare il cervello su questa nuova scoperta, ti fa: "Così il tuo cellulare prende, qua sotto? Strano, mi sembrava che fosse l'unica zona fuori campo di tutta la città…".
Rimani a bocca aperta con la mano ancora attaccata all'auricolare, fulminato dall'imbarazzo: questo sottopasso è proverbiale per la sua mancanza di segnale, come hai fatto a non ricordartene?

La ragazza ti si avvicina tendendoti la mano per presentarsi, mentre tu vorresti solo sprofondare ancor più sottoterra per come ti sei fatto conoscere. "Ciao, mi chiamo Linda". Per fortuna non ha aggiunto "e non mordo". Ti presenti a tua volta, ma lei ti dice che sa già chi sei.
"Scusa se ho voluto incontrarti così, ma… ora ti spiego. Non so se ti ricordi di me… no, beh, è passato troppo tempo…" La guardi con aria interrogativa. Ora che ti stai riavendo dalla figuraccia riprendi la tua naturale diffidenza. "Noi andavamo all'asilo insieme!" ti rivela d'un tratto. Cerchi nella memoria un ricordo del nome, ne osservi più attentamente il volto, ma non ti viene in mente nulla.
I suoi occhi verdi ti guardano sgranati, come in attesa di un improvviso riconoscimento. "Avevamo la maestra Petra" aggiunge, come per darti un altro elemento. "Petra Cuore-di-pietra!" esclami, improvvisamente illuminato da un ricordo che avevi rimosso. "Sì, la chiamavamo così!" conferma lei, ed entrambi scoppiate in una risata.

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