"Allora è come pensavo! Non ti fidi e mi vuoi spiare, usare i tuoi giochetti psicologici!!" esclami rivolto a Max. Lui, colpito dalla tua reazione, rimane interdetto; poi ti invita a calmarti e ti risponde: "Io MI FIDO. Ma ho bisogno di farti qualche domanda su tuo nonno, per togliermi ogni dubbio".
Non sei così convinto dalle sue parole, ma lui insiste: "Ho delle informazioni su Milton, ma prima di dartele devo essere sicuro che tu sia davvero suo nipote. Sono responsabile della K., non posso far rischiare tutti, capisci??"
Che tu sia convinto o meno, quest'accenno a notizie su tuo nonno ti apre uno spiraglio. Max ha sortito il suo effetto: d'improvviso ti sembra più importante quello che restare con Linda. Così quella sera stessa, col favore della notte, segui Max a casa sua.
Le strade sono buie, nessuno dovrebbe girare a quest'ora; respiri l'aria fredda e la libertà che in questi giorni ti è mancata, ma i sensi sono in allerta. Non dimentichi di essere un fuorilegge. E non dimentichi l'ultimo sguardo di Linda quando vi siete salutati sulla porta, intenso come la stretta di mano che vi ha uniti ancora per pochi secondi, prima di separarvi: la musica è tornata nelle tue orecchie, nel tuo cervello… e senti che non se ne andrà più.
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