I luoghi dei Solaro in Asti
 
 
Il Caneto
 

I Solaro vivevano principalmente nel "Caneto", una zona compresa tra gli attuali Corso Alfieri, via Hope, via Carducci e piazza Medici.
Oggi non è più possibile rintracciarvi quasi nulla dell'epoca, perché nella seconda metà del '300 l'area fu sventrata per farne la piazza e il giardino di Palazzo Ducale, poi del Governatore, nel '700 Ospizio di Carità. L'unico elemento ancora visibile è la Torre detta dei Barisano "già dei Solaro", che spunta sopra un edificio in corso Alfieri 277.
Il "Caneto" era, come i quartieri di altre famiglie, un insediamento consortile chiuso, cintato e fortificato. Era ampio circa 5000 m2 ed era abitato da una trentina di famiglie Solaro.

   
 
S. Martino
  Un altro buon numero di nuclei familiari Solaro risiedeva in zona S. Martino. Di tale zona era ad esempio Sinibaldo Solaro, podestà di Alba. Molte delle loro case si affacciavano su "via dei Solaro", un tratto di collegamento tra piazza S. Martino e corso Alfieri. A differenza del "Caneto" le case di S. Martino furono alquanto risparmiate dalla furia ghibellina del 1303: furono piuttosto confiscate. Si sono quindi conservate a lungo, alcune fino ai nostri giorni: con tutta probabilità era dei Solaro l'attuale palazzo Roero di Monteu, acquistato dai Roero a inizio '300. Si può ipotizzare che fosse questo il luogo in cui Sinibaldo ricevette l'investitura a podestà di Alba (nell'atto si legge "porticum platee Sancti Martini illorum de Solario").
   
 
Il palazzo di
piazza del Santo
  Nel "canton del Santo" (piazza del Santo) sorgeva un palazzo con torre assai notevoli, demoliti purtroppo nel 1939 in un'operazione di "risanamento" edilizio (ora vi sorge il palazzo INA).
I documenti ci consentono di stabilire che questa struttura fu eretta verso il 1250 da Manfredo Solaro, suo proprietario, nel luogo dove sorgevano alcune proprietà della famiglia ghibellina Alfieri. Come spiegare questo passaggio?
Molto semplicemente, perché Manfredo sposò nel 1250 Bonaver Alfieri, che gli portò in dote le case di quel luogo. Ecco perché il palazzo signorile che Manfredo vi fece costruire per abitarvi con la sua sposa venne chiamato "degli Alfieri e dei Solaro".
   
 








 

Manfredo Solaro nacque intorno al 1225. Nel 1250 sposò Bonaver Alfieri. Fu un personaggio importante: podestà a Chieri (1278-1279) e a Pavia e Bergamo (1282), possedeva feudi a Castelnuovo e Lavege (oggi S. Giulio presso S. Damiano). Morì poco dopo il 1282.
Con molta probabilità è identificabile come figlio di Manfredo Francescotto detto Cavagnolo. Costui tradì la famiglia paterna per schierarsi coi ghibellini De Castello. Fu scacciato anche da questi, ma poi riuscì evidentemente a rientrare nelle grazie ghibelline, dato che nel 1312 risulta socio in affari dei Pallio (altra famiglia ghibellina) nelle casane dei Paesi Bassi.

   
 
L'equivoco di
Torre Solaro


  Questa torre fu attribuita ai Solaro dallo storico Gabiani a inizio '900. Egli interpretò alcuni documenti deducendo erroneamente che i Solaro acquisirono la torre e gli edifici circostanti dal monastero di S. Anastasio in epoca medioevale.
In realtà di quel periodo non si hanno notizie, l'unico dato appurato è che il complesso dal '500 appartenne alla famiglia Ponte.
Quello che invece si sa è che i Solaro a fine '400, nello stesso isolato, entrarono in possesso di un palazzo, adiacente alla casa dei Ponte (almeno dal 1572), al convento di S. Anastasio e affacciato su corso Alfieri angolo via Giobert.
Fu acquistato tra il 1493 e il 1497 dai fratelli Obertino, Giovanni Giacomo e Antonio; nel 1572 risulta di proprietà di Catalano Solaro "signore di Govone e di S. Martino".
Purtroppo anche questo palazzo, che era pregevole, fu demolito allo scopo di ampliare l'edificio del Liceo, a inizio '900.
   
 
La parrocchia
di S. Secondo
 

I Solaro erano parrocchiani di S. Secondo. In quell'epoca l'appartenenza ad una o all'altra parrocchia era di fondamentale importanza ed implicazioni.
A tale proposito è significativo il seguente aneddoto, che coinvolge due diverse generazioni di Solaro.

Quando nel 1286 morì la moglie di Ardizzone, figlio di Francesco"Gamba di ferro", le esequie furono celebrate dal parroco di S. Silvestro.
Era questa una parrocchia confinante con quella di S. Secondo, e frequentata abitualmente dai Solaro; ma il parroco fu denunciato, perché secondo la rigida divisione topografico-religiosa, l'abitazione di Ardizzone risultava sotto la competenza della parrocchia di S. Secondo e quindi solo lì potevano essere compiute le esequie.
Nella denuncia si cercò di far valere anche un precedente del tutto simile: nel 1262 Ugone parroco di S. Silvestro fu condannato proprio per aver celebrato "indebitamente" le esequie della moglie di Capra Solaro.

   
 
Prosegui la lettura:
  Cronistoria delle lotte di fazione