1796 - NAPOLEONE IN ITALIA: CASTELLI DISTRUTTI, CITTA' DIFESE  

DOCUMENTI:
Considerandi per la nomina di Angelo Solaro a capitano generale

(SOLARO DI BATTIFOLLO)
 
 
La Campagna d'Italia
  Nel 1796 la Repubblica Francese diede il via alla prima "Campagna d'Italia", una serie di operazioni militari con cui giunse alla conquista dell'Italia settentrionale, a discapito del Regno di Sardegna e del Sacro Romano Impero (Austria).
La campagna durò circa due anni e fu condotta dall'Armata d'Italia, guidata dal giovane comandante Napoleone Bonaparte. In origine doveva essere una semplice manovra diversiva, perché lo scopo della Repubblica era di sconfiggere l'Austria attaccandola sul Reno. Invece la campagna si dimostrò vero e proprio asse portante dell'attacco agli austriaci ed ai piemontesi, e rivelò il genio militare e politico di Napoleone, futuro imperatore.

  Napoleone attraversa le Alpi, dipinto di Jacques-Louis David (1801)
 
Il generale Sérurier
distrugge il castello
di Battifollo
  Jean Mathieu Philibert Sérurier (1742-1819), politico e militare francese, partecipò alla prima Campagna d'Italia come generale anziano, convocato da Napoleone insieme ad Augerau e Masséna, anch'essi destinati a ruoli decisivi.
Sérurier fu incaricato di un attacco ad Ormea, al quale succedettero altre manovre in quella zona di confine tra Liguria e monregalese, volte a separare l'esercito austriaco dai Piemontesi. Il castello di Battifollo, proprietà dei Solaro marchesi del luogo, trovandosi in un punto particolarmente strategico e di passaggio, venne preso di mira e distrutto dalle truppe di Sérurier. Dopo l'attacco, dell'antica fortezza rimasero i ruderi che tutt'oggi vediamo.
  Il generale Sérurier dipinto da Jean-Louis Laneuville (1800 c.ca)
 
Angelo Solaro, governo
e difesa di Alessandria
  Angelo Solaro dei Marchesi di Battifollo, cavaliere gerosolimitano, seguì la carriera militare raggiungendo gradi sempre più alti e distinguendosi per il suo valore ed onestà.
Nel periodo della prima Campagna d'Italia di Napoleone, egli era governatore di Alessandria. In tale ruolo difese la città finchè possibile dall'attacco delle truppe francesi.
Con l'armistizio di Cherasco, sottoscritto il 28 aprile 1796 tra la Repubblica Francese ed il Regno di Sardegna, Alessandria di fatto passò nelle mani dei francesi così come gran parte del territorio piemontese (l'armistizio prevedeva la cessione alla Francia di Nizza, dell'alta Savoia e del territorio da Demonte ad Alessandria; l'occupazione delle fortezze di Ceva, Cuneo e Tortona; la neutralità del Regno Sardo ed il libero passaggio dell'esercito francese. Carlo Emanuele IV resistette fino al 1798 prima di ritirarsi in Sardegna).

Dopo la resa del Piemonte, Angelo mantenne il ruolo di governatore della città; ma ricevette l'ordine di essere deportato in Francia. I francesi però furono clementi e lo esonerarono dall'esilio, in virtù dell'età del Solaro (indomito ottuagenario) e dei suoi meriti, dimostrati fin dalla giovane età (v. DOCUMENTI). Angelo morì nella primavera del 1800.

  Alessandria e la sua cittadella in una stampa di fine '700
 
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