1700 - CESARE, IL CONTE EREMITA | ||||||
(SOLARO DI VILLANOVA)
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Una
doppia identità
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Nel
1728 giunge al Romitorio delle Calle - un eremo di Montemignaio in Casentino
(Toscana) - un frate dalla lunga barba e l'aria sofferta, reduce da lungo
peregrinare. Si presenta come Fra Michele Kalbermater, eremita dell'ordine di S. Agostino della diocesi di Basilea. Si trattava in realtà del conte Cesare Solaro di Villanova. Nato il 12 aprile 1690, era il primogenito di Ludovico e di Anna Maria Filippi di Cavallermaggiore. A ventott'anni fu fatto sposare con Barbara Teresa Rapetti, anch'essa di nobile lignaggio, e il matrimonio parve proseguire tranquillamente, con la nascita di tre figli. |
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Il
viaggio
di Fra Michele |
Ma
Cesare sentì che non era questa la vita per lui: nel 1726 decise
per un drastico cambiamento di rotta, annunciando alla moglie di volersi
dedicare totalmente a Dio. Senza incontrare troppa resistenza seguì il proposito, facendosi eremita con la veste dell'ordine di S. Agostino, e partì per il mondo. Dopo essere stato in Galizia la sua intenzione era di giungere fino in Terra Santa, ma a causa delle condizioni del mare si risolse a cambiar meta e si diresse a Roma, incontrando Papa Benedetto XIII. Da Roma Cesare peregrinò nelle campagne di Todi, Loreto, quindi in Toscana, giungendo infine al Romitorio delle Calle. |
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L'abbellimento
del Romitorio |
Perché
scelse di presentarsi sotto falsa identità? Probabilmente voleva
nascondere lo status mondano del suo lignaggio, dandosi un nome più
adatto al suo nuovo spirito (Kalbermater in tedesco arcaico significherebbe
"totale dedizione alla Madonna"). Cesare (o meglio Fra Michele) rimase al Romitorio per tutto il resto della vita. La sua presenza fu molto positiva, sia spiritualmente che materialmente. Egli prese particolarmente a cuore le condizioni dell'edificio, al suo arrivo non ottime, e vi apportò personalmente varie migliorie: l'altare in pietra serena, nuovi confessionali ed un organo, la struttura intera sottoposta a restauri e ad ampliamento (il campanile fino allora mancante, nuove stanze per i romiti ) |
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Gli
ultimi anni
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Egli
si occupò anche di far pervenire aiuti economici per i lavori da
parte della famiglia Solaro, con cui non aveva perso i contatti (ma li teneva
di nascosto). Gli ultimi anni di vita di Cesare furono ottenebrati da un problema di salute: ricorrenti e lancinanti mal di testa che impedivano all'uomo persino di parlare. Nonostante ciò e l'età avanzata, però, il conte eremita non smise di darsi da fare per il Romitorio, coltivando l'orto da lui impiantato e girando in cerca di elemosine con l'aiuto di un ciuchino. La morte giunse infine il 16 luglio del 1770, all'età di ottant'anni, e solo poco prima egli si decise a rivelare la sua vera identità, facendosi preparare la tomba nell'oratorio. (v. DOCUMENTI) |
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E
la famiglia?
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Barbara
volle seguire l'esempio del marito e si ritirò nel convento delle
Teresiane Scalze a Moncalieri. In seguito tornò "in società"
a Torino, ma continuando a condurre vita frugale e pia. Dai documenti del
convento sembra però che la contessa avesse portato un certo scompiglio
nel luogo e che fosse sorta una querelle per motivi di denaro
Difficile insomma dire quale fosse la vera personalità di Barbara. Dei tre figli, due morirono in giovane età mentre il primogenito Giuseppe Ludovico, saputo della morte del padre, volle recarsi a Montemignaio per vederlo un'ultima volta. Sulla sua tomba fece porre una lapide con lo stemma Solaro e un busto marmoreo del padre. |
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